... la mia passione salata!...


Ho sempre immaginato lo spinning come una sorta di filosofia, un arte alla quale dedicare ricerca e passione, non certo un modo per prendere semplicemente pesci...
Da quando ero piccolo, a pesca nei laghi naturali o artificiali, alla ricerca dei bass, perché è così che ho cominciato, ho sempre cercato di immedesimarmi in quel pezzo di legno o plastica con il quale pescavo, cercando di animarlo di dargli un senso, alla ricerca di un attacco.


Da sempre ho sentito l'esigenza di avere alla fine del mio filo un qualcosa che potesse ripetere i movimenti che nella mente immaginavo, che potesse scendere e risalire, scartare un tronco sommerso, lavorare sulla superficie e spesso tutto questo era fortemente condizionato dalle caratteristiche oggettive di ciò che al momento utilizzavo, lasciando incompiuti quei movimenti che nella mia immaginazione si formavano, dando vita a un compromesso molto spesso insoddisfacente.
A quell'epoca non esistevano molte esche e la "Rapala" faceva da padrona incontrastata sul mercato Italiano, mi è capitato molte volte di catturare grossi bass usando un jointed da 11 cm. come se fosse un popper muovendolo con piccoli scatti del cimino, lasciandolo quasi fermo sul posto, i popper, per me che avevo solo 14/15 anni, arrivarono molti anni dopo!
A quel tempo circa 30 anni or sono, l'unico rimedio per questa mia insaziabile smania, alla ricerca dell'esca perfetta, era quello di comperare esche nuove e diverse che rispondessero il più possibile alle esigenze del caso e che mi facessero sperimentare differenti nuoti e movimenti, alla fine riuscivo a portarmi in tasca 20 - 30 pezzi di legno per usarne solo 2/3 al massimo, quelli in cui credevo di più!
Certo oggi non è più così, ci sono esche per tutte le tasche e per tutti i gusti, non c'è che l'imbarazzo della scelta, ma ancora oggi ho nel cuore quella ricerca che va oltre il semplice acquisto di un esca e che mi ha indotto nel tempo a costruire esche artificiali.


Si, lo so, niente di nuovo nessuna particolare scoperta innovativa, ma la semplice ed impagabile soddisfazione di pescare con un oggetto nato dalle proprie mani, per le proprie esigenze, per quello specifico predatore, per le proprie acque e curato in ogni suo particolare come fosse un feticcio!
Per le mie esche, uso esclusivamente legno di varie essenze e già per questo l'artificiale acquista un valore ed una personalità materica differente da ogni oggetto di origine industriale o dagli stampi in plastica, ogni pezzo è unico e non ripetibile anche se apparentemente simile, ogni pezzo è testato, calibrato, colorato e laccato fino ad ottenere il risultato che desidero, non c'è niente di standard in nessuna fase di lavorazione.
Per questo motivo ho deciso di firmare e numerare i miei artificiali con una numerazione crescente partendo dal pezzo "N°1" per far si che chiunque ne venga in possesso e peschi con un mio artificiale, possa apprezzarne l'unicità ed il valore.


Oggi credo che dopo la pesca a mosca, alla quale ho dedicato otto anni di passione e che purtroppo non riesco più a praticare, lo spinning rappresenti la quinta essenza della pesca e l'autocostruzione, il completamento di una disciplina rigida e parca, in termini di catture, ma immensamente generosa per ricchezza di contenuti.


Giampaolo

4 commenti:

  1. Bel blog pieno di interessanti informazioni e suggestive immagini. Continua così!

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  2. Ciao complimenti davvero stupendi gli artificiali. Parlerò di te nel mio blog.

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  3. Me he sentido muy identificado con tu relato aunque mi nivel de perfeccionamiento está muy por debajo del tuyo. Son estupendas tus creaciones.

    Saludos desde Galicia, España

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  4. Anonimo14.10.10

    condivido pienamente tutto cio che dici.
    Purtroppo io non ho tempo per dedicarmi all'autocostruzione ma ammetto che mi piacerebbe un casino. Spero presto di adare a pescare e regalrti una foto di una preda catturata con i tuoi artificiali.
    ciao Davide

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